di Silvia Ugolotti
Si diffonde negli anni ’70, a New York, quando gruppi di artisti anonimi iniziato a colorare muri, saracinesche, vagoni dei treni, insegne: la street art, o arte di strada, è una manifestazione culturale e sociale, spesso sovversiva. La conquista del suolo urbano assume il significato di una rivendicazione di diritti e ideologie, fino al 2000 quando il tratto distintivo dell’illegalità cede il passo a regole da seguire. È in quel momento che forme e colori acquisiscono lo status quo di opere d’arte, esposte nei musei e battute all’asta. Succede in particolare grazie a Banksy, lo street arter di Bristol, tra i più noti e controversi. Mescola pop art, subcultura punk, graffitismo e genialità. Disegna proteste e provocazioni: incanta.
Parma gli ha dedicato una mostra “Banksy. Building castles in the sky” nella bellissima cornice di Palazzo Tarasconi. Grazie a lui (e non solo) oggi ogni città dedica regolari spazi alla street art.
Mostra “Banksy. Building castles in the sky”: Palazzo Tarasconi in via Farini, 37
A Parma per dipingere sui muri si deve solo chiedere. Esistono regolari permessi per realizzare murales e graffiti nei luoghi pubblici dedicati. Una strada imboccata e percorsa da qualche anno con festival, contest, mostre e tour a tema, affinché forme e colori diventino uno strumento di valorizzazione e riqualificazione urbana.
Chi arriva in città in treno ne ha subito un assaggio. Usciti dalla stazione, le pareti del sottopasso via Borsellino raccontano di Giuseppe Verdi. Del resto a Parma non si può non iniziare dal suo più grande artista. L’opera firmato Nabla & Zibe raffigura il compositore in alcuni momenti di vita quotidiana: nei campi, nella casa a Roncole, davanti a un’orchestra da dirigere. Sullo sfondo, il Teatro Regio, cornice poetica del murale. C’è una seconda opera, questa volta di Alessandro Canu, Il tema è la strage di Bologna del 1980 che causò la morte di 85 persone. Il simbolismo è semplice. Sono i giochi di un bambino rotti a terra in un’esplosione di rosa: per non dimenticare.
Non lontano dalla stazione, altro spot è il sottopasso di via Reggio dove i muri un tempo grigi, riflettono la creatività e la libera espressione di oltre cinquanta artisti arrivati da tutta Italia per partecipare alla manifestazione “Segni urbani”: una visione psichedelica, dai toni accesi, che alterna soggetti cartoon a personaggi cinematografici come il giornalista Raoul Duke di “Paura e delirio a Las Vegas” (1998) impersonato da Johnny Depp.
Opera di Nabla & Zibe: in via Borsellino
Opera di Alessandro Canu: dal Teatro Regio
“Segni urbani”: via Reggio
Quando i negozi chiudono, le opere di Verdi suonano ancora. In Borgo Serena, nel centro storico della città, il progetto “Le donne di Verdi” si rivela sulle saracinesche abbassate. Gilda, Violetta, Leonora: l’insieme è un omaggio stilizzato alle figure femminili delle opere del Maestro. Ci si allontana dal centro storico per raggiungere il Parco Ducale, facendo sosta davanti a "Terzo Passaggio", l’opera di Pao che ricopre il muro perimetrale della Pensilina Toschi sul Lungo Parma. Realizzato con pistole ad aria per vernice al quarzo, il soggetto tratta di un tema caro all’artista: la natura. In omaggio agli scritti di Gilles Clément, riflette sulle modalità con cui il paesaggio naturale può innestare un vero e proprio ecosistema all’interno della città, suggerendo i valori del rispetto e della convivenza.
Alla produzione dell’opera hanno collaborato alcuni studenti del liceo artistico di Parma. “Li ho trovati entusiasti e partecipativi. C’è fermento in città.”. Quando parla delle sue “tele” Pao parla di muri vivi. “La street art non è fatta per rimanere in eterno, ma muta nel tempo. Sbiadisce, si sgretola, si mescola ad altri segni e ad altre mani”.
"Le donne di Verdi": In Borgo Serena
"Terzo Passaggio": Dal Parco Ducale, il muro della Pensilina Toschi sul Lungo Parma
Ribelli, barricate, vita di strada e di quartiere: in Oltretorrente si respira il pensiero alternativo e la diversità culturale. Si parte dal suo “Giardino”, il Parco Ducale, per entrare in vicolo Grossardi dove spicca “Metamorfosi”. L’opera è il risultato del lavoro degli artisti Rise The Cat e Pepe Coi Bermuda, tanto verde e linee morbide. Da qui in pochi minuti si è in Piazzale Rondani, per dare un’occhiata al murale collettivo lungo le dodici campate del muro di cinta del Liceo Linguistico Guglielmo Marconi. È dedicato al tema delle Barricate, alzate nell’agosto del 1922 in Oltretorrente. Non lonytano, in Viale dei Mille, la facciata di un condominio è diventata la tela perfetta per Ligama, dal titolo “Senza niente intorno”. “L’idea nasce da un profondo legame con uno dei temi principali di Parma capitale della cultura, i cinque sensi”. L’artista immagina che al soggetto raffigurato venga tolto il senso della vista, “forse il più importante per me” spiega Ligama, e restituisce agli spettatori una donna spaesata, incapace di “percepire lo spazio circostante”.
"Metamorfosi": al Parco Ducale in vicolo Grossardi
Murale collettivo: Piazzale Rondani
"Senza niente intorno”: in Viale dei Mille
Al Palazzetto Padovani in via Abruzzi, che è sede di campi da basket, calcetto e pallavolo, una serie di murales a firma collettiva raffigurano lo sport, in particolare il basket: colori al neon, cyborg che palleggiano, umanoidi che centrano un canestro.
Via Trieste è l’ultimo sottopasso di questo viaggio dove è possibile ammirare le opere della rassegna “Under Yard. Don’t call us street artist”. Cammelli, Zlatan Ibrahimovic, Speedy Gonzales e orsi polari portano il messaggio della tolleranza e condivisione tra individui di diverse culture e nazionalità.
Come dice Ligama Parma ha preso i sensi del gusto e dell’olfatto e “li ha trasformati in eccellenze, successo economico, riscatto sociale e storia di cui vantarsi nel mondo”. Per non tradire questo impegno è necessario sedersi da Bastian Contrario o alle Vecchie Maniere in Oltretorrente per ordinare ottime birre e un menù di taglieri e panini farciti di prodotti tipici. Il parmigiano doc? Lo preferisce con la carne cruda macinata di cavallo.
Bastian Contrario: Str. Inzani 34/A (lat. via D'Azeglio)
Vecchie Maniere : Borgo Pietrantonio Bernabei, 40
Per un aperitivo a base di birra artigianale, taglieri e panini farciti c’è le Canaglie del Naviglio. La sala interna stupisce con una balena dipinta sul muro. Alla sera, esibizioni dal vivo.
Canaglie del Naviglio: in Borgo delle Colonne 40 (cell. 347 679 3319)
Per chi vuole osare, l’Alternative Shop è il negozio giusto dove acquistare non solo streetwear ma anche pattini, tavole e scarponi da snowboard, zaini e cappellini da skater.
Sentire addosso lo stile di strada? 18Uno è lo street market di Borgo Antini, “for the youth by the youth” (per i giovani dai giovani). Cappellini, sneakers, t-shirt e felpe in stile hip hop anni ‘90.
Lover Lover , invece, propone abbigliamento vintage con una linea colorata da scritte che riprendono i caratteri dei graffiti eseguiti da bombolette spray sui muri.
Alternative Shop: Via Emilia Ovest, 38/B
18Uno: Borgo Antini, 7a
Lover Lover: Via Nazario Sauro, 14/c
Ha collaborato Chiara Paletti
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